BERGOGLIO HA FATTO CARDINALI I VESCOVI “PROGRESSISTI” CHE AL SINODO HANNO APPOGGIATO LE COSE PIU’ ETERODOSSE O CHE SI SONO SCONTRATI CON BENEDETTO XVI. INVECE NON HA VOLUTO FARE CARDINALI I GRANDI VESCOVI DEI CRISTIANI PERSEGUITATI.

Delle “sorprendenti” nomine cardinalizie annunciate ieri da papa Bergoglio una cosa mi stupisce e voglio segnalarla.
Apprendo da un articolo di Sandro Magister che due di queste nuove porpore, al recente Sinodo, “si sono schierati a sostegno della comunione ai divorziati risposati e del riconoscimento delle unioni omosessuali”.
Di un altro, Karl-Joseph Rauber, “si ricordano invece gli scontri con Benedetto XVI, l’ultimo nel 2009, quando era nunzio in Belgio. Per la successione al progressista Godfried Danneels come arcivescovo di Bruxelles, Rauber aveva inviato a Roma una terna nella quale non figurava il conservatore André Léonard, a suo giudizio ‘non adatto’. Ma Benedetto XVI si impuntò e nominò proprio Léonard. Ritiratosi a vita privata, Rauber vuotò il sacco mettendo in pubblico questo e altri suoi contrasti con Joseph Ratzinger, in una contundente intervista a ‘Il Regno’. E ora papa Francesco lo fa cardinale, lasciando al palo per la seconda volta consecutiva il molto più titolato Léonard”.

Queste sono le scelte di Bergoglio.

Egli ha evitato di fare cardinale un grande vescovo dei cristiani perseguitati come Louis Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei: da notare che i precedenti patriarchi erano stati insigniti della porpora cardinalizia e tanto più avrebbe dovuto farlo oggi Bergoglio per far sentire la vicinanza della Chiesa universale alle popolazioni cristiane che soffrono la persecuzione.
Ma evidentemente Bergoglio non ha ritenuto di dare questo segnale a quelle povere popolazioni perseguitate per la loro fede e ai vescovi della regione (che fin dall’estate scorsa hanno invocato un aiuto che non è mai arrivato).

I soliti coristi hanno incensato queste nomine di “vescovi di frontiera”, ma non risulta proprio che il vescovo di Ancona – per dire – sia di frontiera. Piuttosto lo sono i vescovi delle cristianità perseguitate, ma loro sono snobbati nell’epoca bergogliana.
Nell’articolo qui linkato potete leggere chi è e cosa fa il Patriarca Sako.
SUL CONCLAVE IL MISTERO S’INFITTISCE

Stamani un noto sito di informazione religiosa annunciava la confutazione – da parte di una canonista – delle domande e dei dubbi che ho sollevato sul Conclave del 2013 nel libro “Non è Francesco”.
Leggendo il titolo ho quasi tirato un sospiro di sollievo: finalmente qualcuno che risponde a tutte le domande, mi sono detto.
Già nel libro infatti avevo anticipato che aspettavo le controdeduzioni che chiarissero tutto per dirmi soddisfatto delle spiegazioni e ben lieto di riconoscere la regolarità canonica del Conclave.
Purtroppo però dopo aver letto questo testo mi trovo deluso e temo sempre di più che il Conclave abbia davvero prodotto un’elezione nulla e invalida.
Se infatti gli unici argomenti che i miei critici sanno contrappormi, dopo tre mesi di studio, sono quelli avanzati qui (e di fatto già considerati e confutati in partenza nel libro) tutti i miei dubbi restano aperti e si ingigantiscono. E tutte le mie domande restano sul tappeto. Perché sono state di fatto eluse.
Ho la sensazione che l’uscita di questo articolo rifletta un clima di crescente tensione oltretevere, dove cercano in tutti i modi di mettere una toppa alle illazioni e ai dubbi sul Conclave.
Perché – questa è una notizia che vi do – dai piani alti del Vaticano, giungono voci di conferma dei miei dubbi.
Comunque nei prossimi giorni (forse già domani) risponderò punto per punto. La ricerca della verità continua.
Papa Bergoglio avrebbe un modo molto semplice per far luce: cancellare l’obbligo di segreto per i cardinali, come trent’anni fa propose il cardinale Siri. Ma – chissà perché – né Bergoglio lo fa, né i miei critici lo chiedono con me.
Perché non si vuota far luce? Io non chiedo di meglio che ricredermi, ma occorrono ragioni serie e argomenti convincenti.

 

MISTERO BOFF

Così Vittorio Messori ha “affondato” l’ex frate, teologo della liberazione, Leonardo Boff che lo aveva attaccato per aver espresso qualche “perplessità” su papa Bergoglio

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