Continuo ad essere bersagliato dagli attacchi del sito dei lefebvriani italiani. E non capisco il senso dei loro attacchi.

Io avevo scritto una cosa del tutto ovvia, cioè che per certi lefebvriani i guai della Chiesa di oggi sono venuti dal Concilio, mentre secondo me vengono dal postconcilio, cioè da una interpretazione del tutto fuorviante dei testi del Concilio fatta da parte progressista, come hanno ripetutamente denunciato Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Ebbene, i lefebvriani mi hanno attaccato per questa affermazione, non per contestarne la verità, che è evidente, ma per pretendere di dimostrare che hanno ragione loro e che il problema viene proprio dal Concilio stesso. Insomma per convincermi.

Allora io ho ricordato loro che mons. Lefebvre firmò i documenti del Concilio e non si vede come avrebbe potuto firmarli se erano testi che tradivano l’ortodossia cattolica.

E’ ragionevole ritenere che il vescovo francese li abbia firmati perché li riteneva sostanzialmente ortodossi, anche se temeva che in seguito potessero essere interpretati dai modernisti in modi arbitrari ed errati (come poi è accaduto).

Li ha firmati perché sapeva benissimo che i documenti del Concilio vanno letti e interpretati all’interno della tradizione della Chiesa e alla luce del suo costante magistero, come io ho ripetuto sulla base dell’insegnamento di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Dunque Lefebvre li ha firmati e accettati perché sono ortodossi.

Niente da fare. I lefebvriani sono tornati alla carica arrampicandosi sugli specchi e pretendendo di dimostrare che quelle firme di Lefebvre non sarebbero da considerare in nessun modo come firme di approvazione, ma solo come “convalida notarile”.

E’ incredibile come non si avvedano che un tale argomento è un vero autogol. Se infatti le cose stessero come dicono costoro, il loro fondatore avrebbe consapevolmente firmato documenti che giudicava dottrinalmente fuori dall’ortodossia cattolica, quindi sarebbe andato di fatto contro coscienza (e per motivi notarili?).

Io non credo proprio che le cose stiano così. E lo dimostra – tanto per fare un esempio – la dichiarazione scritta che l’8 marzo 1980, mons. Lefebvre inviava a Giovanni Paolo II nella quale affermava esattamente le cose che ho scritto io e che sono oggi contraddette dal sito della Fraternità san Pio X.

Ecco la lettera:

“Santo Padre,

Per porre fine ad alcuni dubbi che circolano ora in Roma e in certi ambienti tradizionalisti in Europa e in America concernenti il mio atteggiamento e pensiero riguardo al Papa, al Concilio, e alla Messa del Novus Ordo, e temendo che questi dubbi raggiungano anche Vostra Santità, mi sia permesso di stabilire di nuovo ciò che ho sempre espresso…

Che concordo pienamente col giudizio di Vostra Santità sul Concilio Vaticano Secondo espresso il 6 novembre 1978, alla riunione del Sacro Collegio. Che il Concilio deve essere compreso alla luce di tutta la Santa Tradizione e sulla base del costante Magistero della Santa Chiesa.

Riguardo alla Messa del Novus Ordo, nonostante tutte le riserve che si debbono avere su di essa, non ho mai detto che sia per se stessa invalida o eretica.”

Con questo, per quanto mi riguarda metto la parola fine a questa polemica inutile. La gravità dei tempi impone a tutti noi una maggior consapevolezza della nostra responsabilità di cristiani. E spero che anche coloro che si riconoscono nella Fraternità San Pio X su questo convengano.

 

Antonio Socci