Il 4 ottobre, festa di san Francesco, è tornato nelle sale cinematografiche “Fratello sole e sorella luna” di Franco Zeffirelli (in inglese con sottotitoli). Il film, uscito nel 1973, ebbe un grande successo (fu pure candidato agli Oscar), perché racconta, con l’inconfondibile impronta artistica del regista fiorentino, un uomo affascinante.

Ma è anche un’opera figlia del suo tempo. Traspare l’idea di “accordare” il ragazzo di Assisi con i movimenti giovanili del tempo, fino a suggerirne quasi un’interpretazione hippy. Forse si può dire che pure questo film contribuì alla trasformazione del santo in quel “santino” ecologista, sognatore e pacifista che ormai imperversa da decenni e che ha prevalso sul vero Francesco.

Probabilmente le tante celebrazioni di questi mesi per gli 800 anni dalla sua stigmatizzazione (1224/2024) e poi per gli 800 anni dalla morte (1226/2026) cercheranno di ritrovare e proporre la sua autentica figura. Lo si spera. Ma è difficile riuscire a spazzar via decenni di dolciastre narrazioni mediaticheche oltretutto, al fondo, hanno un connotato ideologico (quindi anche politico).

Eppure il vero Francesco, che conobbe il nulla di tutte le cose (ricchezze, gloria mondana, lussi, potere…) per incontrare infine Gesù Cristo vivo, unico senso dell’esistenza, che regna per sempre, è di per sé contemporaneo a tutte le epoche. Per questo continua ad attrarre, nonostante le rappresentazioni fuorvianti.

L’umile penitente di Assisi è un gigante che, semplicemente convertendosi e seguendo alla lettera le parole del suo Signore, ha rinnovato Chiesa e con il suo amore all’umanità di Cristo, alla sua concretissima presenza di carne(martoriata e insanguinata com’è sulla croce o indifesa come nella grotta di Betlemme), ha influenzato la spiritualità cristiana del secondo millennio (e per questo, non a caso, anche la storia dell’arte).

Da grande medievista, Franco Cardini – che è anche un vero conoscitore del santo – con il libro Francesco d’Assisi (Mondadori) ha offerto un prezioso aiuto a chi vuole ritrovare l’autentica realtà storica di quest’uomo straordinario e il suo mistero.

Il libro si legge tutto d’un fiato (Cardini ha la straordinaria capacità di diluire le sue vaste conoscenze storiche dentro una narrazione sciolta e appassionante) e fa intuire la profondità poetica e drammatica della personalità di Francesco e la sua radicale libertà, vissuta paradossalmente all’interno di un’obbedienza letterale al Vangelo e alla Chiesa (Francesco è veramente l’uomo più libero che sia mai vissuto).

Cardini da storico demolisce anche il cliché del san Francesco “pacifista ed ecologista”. Lo fa spiegando cosa furono veramente le crociate (un pellegrinaggio alla terra dove visse il Salvatore), cosa non furono (“la crociata non è mai stata una ‘guerra di religione’…non è una ‘guerra santa’”) e perché Francesco – che certamente fu un grande uomo di pace – fu tecnicamente “un crociato”.

Ma davvero suggestiva è poi la spiegazione del Cantico delle creature (“la prima opera poetica della letteratura italiana”) che, lungi dall’essere un manifesto ecologista, ideologia che sarebbe stata del tutto anacronistica in un’epoca in cui la natura era ben più forte dell’uomo che doveva proteggersi da essa e ne pativa i flagelli, è un inno cristiano ispirato alla Sacra Scrittura, una  potente lode a Dio da parte di un uomo piagato da mille sofferenze. Inimmaginabile per noi che viviamo in “una civiltà tesa tutta a negare un senso al dolore”.  

 

Antonio Socci

Da “Libero”, 5 settembre 2024