NUOVO TESTO APOCRIFO SU FATIMA. MA INTANTO QUELLI AUTENTICI SONO SCONVOLGENTI E SONO IGNORATI
E’ appena uscito, in Spagna, un libro dello scrittore cattolico José Maria Zavala che sta già facendo rumore anche da noi. E’ intitolato “El secreto mejor guardado de Fatima”, il Segreto meglio custodito di Fatima, perché indaga sulla possibilità che il famoso “Terzo segreto di Fatima” non sia stato tutto rivelato nel 2000, quando il Vaticano lo pubblicò.
Per la verità l’autore propone addirittura lo scoop (presunto) del testo autografo di suor Lucia che sarebbe stato nascosto da anni.
Premetto subito, però, che a me, per molti motivi, non sembra un testo autentico della veggente di Fatima.Per questo, pur avendo ricevuto il Pdf del libro dall’autore, diversi giorni fa, non ne avevo scritto. Sennonché ieri il caso mediatico è scoppiato ed allora è necessario chiarire alcune cose.
Il testo pubblicato da Zavala – se fosse autentico – andrebbe insieme alla famosa visione del “vescovo vestito di bianco” pubblicata dal Vaticano nel 2000, quella che si conclude col martirio del vecchio “Santo Padre”, di ecclesiastici e fedeli, sotto una grande croce.
Ma già qui i conti non tornano perché il testo di quella visione fu scritto da suor Lucia il 3 gennaio del 1944 e il 9 gennaio fu informato il suo vescovo. Mentre il testo di Zavala porta la data 1 aprile 1944 (pesce d’aprile?) e commenta un’altra presunta visione che in realtà non è mai stata descritta in precedenza dalla veggente (oltretutto si tratterebbe di un commento della stessa suor Lucia, non della Madonna). Per cui presupporrebbe comunque un pezzo (il vero “quarto segreto”) mancante.
IL TESTO
In ogni caso lo scritto – la cui traduzione italiana è stata proposta ieri da Marco Tosatti (senza accreditarne l’autenticità) – è questo:
“Adesso vado a rivelare il terzo frammento del segreto; questa parte è l’apostasia nella Chiesa. Nostra Signora ci mostrò una visione di un individuo che io descrivo come ‘il Santo Padre’, davanti a una moltitudine che stava lodandolo. Però c’era una differenza con un vero Santo Padre, lo sguardo del demonio, questo aveva gli occhi del male. Poi, alcuni momenti più tardi, vedemmo lo stesso Papa entrare in una Chiesa, però questa Chiesa era la Chiesa dell’inferno, non c’è modo di descrivere la bruttezza di questo luogo, sembrava come una fortezza fatta di cemento grigio, con gli angoli rotti e le finestre come occhi, aveva un picco sul tetto dell’edificio. Subito alzammo lo sguardo verso Nostra Signora che ci disse avete visto l’apostasia nella Chiesa, questa lettera può essere aperta dal Santo Padre, però deve essere annunciata dopo Pio XII e prima del 1960. Nel regno di Giovanni Paolo II la pietra angolare della tomba di Pietro deve essere rimossa e trasportata a Fatima. Poiché il dogma della fede non è conservato a Roma, la sua autorità sarà rimossa e consegnata a Fatima. La cattedrale di Roma deve essere distrutta e una nuova costruita a Fatima. Se 69 settimane dopo che questo ordine sia annunciato, Roma continua la sua abominazione, la città sarà distrutta. Nostra Signora ci disse che questo è scritto, Daniele 9,24-25 e Matteo 21, 42-44”.
In realtà questo testo era già uscito, nell’aprile 2010, su un sito internet: “Tradition in Action”. Il quale lo proponeva in modo alquanto critico.
PERIZIA ED ERRORI
Zavala, che è un autorevole saggista cattolico, ha però sottoposto il testo a un attento studio grafologico di un’esperta di riconosciuta competenza, che lavora per i tribunali spagnoli.
La grafologa ha concluso che questo testo è stato scritto dalla stessa mano che redasse, più di 70 anni fa, le altre parti del Segreto di Fatima, ovvero suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima.
Tuttavia c’è un problema: la perizia non è stata fatta sull’originale, perché Zavala ha ricevuto, da anonimi, la riproduzione di questo foglio via mail. Se ho ben capito non possiede il cartaceo.
Il dubbio fortissimo dunque è che – utilizzando i molti testi autografi di suor Lucia presenti in rete – con un buon programma sia stato possibile a qualcuno, rimasto anonimo, costruire un testo apocrifo utilizzando la calligrafia della stessa veggente.
Oltre a questo ci sono dettagli del testo che inducono al massimo scetticismo, come il termine “cattedrale” in riferimento alla Basilica di San Pietro (la cattedrale di Roma in realtà è San Giovanni in Laterano). Altre cose sono molto scombinate, dal riferimento alle “69 settimane” del profeta Daniele (con la distruzione di Roma) alla frase errata relativa al 1960.
Ma è tutto l’insieme che appare insensato. Ritengo perciò che sia l’ennesimo testo fasullo del Terzo Segreto. Questi apocrifi proliferano perché ormai è sempre più evidente che davvero manca qualcosa al testo della visione rivelata dal Vaticano nel 2000.
PAROLA DI BENEDETTO
Nel 2006 pubblicai “Il quarto segreto di Fatima”, un’ indagine che evidenziò moltissimi indizi i quali indicano l’esistenza di una parte non pubblicata del “Terzo Segreto”.
Lo stesso Marco Tosatti aveva pubblicato il libro “Il segreto non svelato” e in questi giorni è uscito “Fatima. Tutta la verità”, di Saverio Gaeta, che rimette in fila tutti gli indizi. E ormai sono tanti.
Il più autorevole è venuto dallo stesso Benedetto XVI che – pellegrino a Fatima il 13 maggio 2010, contraddicendo di fatto quanto aveva scritto il suo Segretario di Stato – affermò: “Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa”.
In aereo, conversando con i giornalisti, aveva spiegato che – insieme alle sofferenze del Papa, che “possiamo in prima istanza riferire a Giovanni Paolo II” – nel Messaggio di Fatima c’è molto di più, perché “sono indicate realtà del futuro della Chiesa che man mano si sviluppano e si mostrano. … e quindi sono sofferenze della Chiesa che si annunciano[…]. Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire in questo messaggio, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa”, anzi, aggiunse, “la più grande persecuzione della Chiesa non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa”.
Quindi – concludeva papa Ratzinger – “dobbiamo reimparare proprio questo essenziale: la conversione, la preghiera, la penitenza e le virtù teologali”. Perché – spiegava il pontefice – “la fede in ampie regioni della terra, rischia di spegnersi come una fiamma che non viene più alimentata”.
Ma questo, aggiungeva il Santo Padre, ha pure un riverbero cupo sul mondo. Infatti egli ricordava che “l’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo”.
VERA VISIONE DI LUCIA
Fra le cose che potrebbero essere contenute nel Segreto di Fatima c’è proprio una terrificante visione profetica sul mondo di suor Lucia, questa sicuramente autentica perché pubblicata dalle stesse sue consorelle di Coimbra in un volume del 2014 che attinge alle lettere della veggente e al suo diario inedito.
Io ne detti notizia su “Libero” il 17 agosto 2014. E’ un’agghiacciante visione legata proprio al Terzo Segreto.
Suor Lucia scrive:
“ho sentito lo spirito inondato da un mistero di luce che è Dio e in Lui ho visto e udito: la punta della lancia come fiamma che si stacca, tocca l’asse della terra ed essa trema: montagne, città, paesi e villaggi con i loro abitanti sono sepolti. Il mare, i fiumi e le nubi escono dai limiti, traboccano, inondano e trascinano con sé in un turbine, case e persone in un numero che non si può contare, è la purificazione del mondo dal peccato nel quale sta immerso. L’odio, l’ambizione, provocano la guerra distruttrice. Dopo ho sentito nel palpitare accelerato del cuore e nel mio spirito una voce leggera che diceva: ‘nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!’. Questa parola ‘Cielo’ riempì il mio cuore di pace e felicità”.
Queso è un testo sicuramente autentico, è relativo al Terzo Segreto di Fatima e dovrebbe far riflettere molto seriamente.
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Antonio Socci
Da “Libero”, 22 marzo 2017
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