Propongo alla vostra riflessione alcuni brani dal clamoroso discorso di mons. Georg Gaenswein, segretario di Benedetto XVI, tenuto sabato scorso alla Gregoriana: unite i punti e scoprite il disegno.

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“Come ai tempi di Pietro, anche oggi la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica continua ad avere UN UNICO PAPA LEGITTIMO. E tuttavia, da tre anni a questa parte, viviamo con due successori di Pietro viventi tra noi (…). Molti continuano a percepire ancor oggi questa situazione nuova come UNA SORTA DI STATO D’ECCEZIONE VOLUTO DAL CIELO.
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Perciò, DALL’UNDICI FEBBRAIO 2013 il ministero papale non è più quello di prima. È e rimane il fondamento della Chiesa cattolica; e tuttavia è un fondamento che BENEDETTO XVI ha profondamente e durevolmente trasformato nel SUO PONTIFICATO D’ECCEZIONE (Ausnahmepontifikat)
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Era la mattina di quello stesso giorno in cui, di sera, un fulmine chilometrico con un’incredibile fragore colpì la punta della cupola di San Pietro posta sopra la tomba del Principe degli apostoli. DI RADO IL COSMO HA ACCOMPAGNATO IN MODO PIU’ DRAMMATICO UNA SVOLTA STORICA.
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Dall’elezione del suo successore il 13 marzo 2013 NON VI SONO DUNQUE DUE PAPI.
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BENEDETTO XVI NON HA RINUNCIATO NE’ AL SUO NOME, NE’ ALLA TALARE BIANCA. PER QUESTO L’APPELLATIVO CORRETTO CON IL QUALE RIVOLGERGLISI ANCORA OGGI E’ “SANTITA’ ”.
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EGLI NON HA ABBANDONATO L’UFFICIO DI PIETRO (…) EGLI HA INVECE RINNOVATO QUEST’UFFICIO.
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Un passo come quello compiuto da Benedetto XVI fino ad oggi NON C’ERA appunto MAI STATO“.

(dal discorso di Mons. Georg Gänswein alla presentazione del volume “Oltre la crisi della Chiesa. Il pontificato di Benedetto XVI” (Lindau 2016, pp. 512) di Roberto Regoli, direttore del Dipartimento di storia della Chiesa nella Pontificia università Gregoriana).